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Una fiaba
medio lunga
di parole
super brevi

Viola e il libro di tutto

Viola e il libro di tutto è un racconto-fiaba di 10.000 parole da leggere tutte d'un fiato. Anche perché nessuna di queste è più lunga di cinque lettere.

Il risultato è uno stile a cavallo tra prosa e poesia, con un ritmo di lettura agile e più che mai scorrevole. Per un curioso mix di fluidità e musicalità.

Dipinto astratto con occhio rosso, pupilla nera e scritta "Viola e il libro di tutto"

Illustrazione di copertina di Patrizia Fortuna

Un racconto-fiaba che è anche un esercizio letterario e una sfida all'intelligenza artificiale

Dipinto astratto di occhio rosso con pupilla nera
Segnale di divieto di uso dell'Intelligenza artificiale

La trama

Viola e il libro di tutto è  la storia di una bimba abbandonata due volte: alla nascita, e poi dalla sorte; ma sempre assistita da quella magia che è propria di luoghi, oggetti e persone speciali. Una storia sulla solitudine e sul suo superamento.

L'esperimento

Un racconto di 10.000 parole corte: mai sopra le cinque lettere. Così, l'autore si diverte a sfatare il mito che la nostra lingua sia meno 'breve' di altre (l'inglese in testa), provando al tempo stesso quanto sia invece flessibile.

La sfida

Può l'intelligenza artificiale riuscire in un simile esercizio? La risposta è no. E quindi? Ecco un esempio su un tema molto dibattuto:

"Scrivi il tuo compito a casa con parole di sole cinque lettere".
Spazio alla creatività, e scacco matto all'IA.

 

In giro per Barù se ne parla assai di rado, ma il fatto è noto a tutto il paese: a fondo valle, dove il fiume entra nel bosco, vive una donna di una certa età. Abita in una casa di sassi e tufo, da sola, senz’acqua e senza luce.

A dire il vero, c’è ben poco di certo sul suo conto, men che meno l’età. Si sa solo che ha un sacco d’anni: c’è chi giura siano quasi cento.

L’altra cosa nota è che il suo nome è Viola. Ma la gente s’è fatta l’idea che dire Viola porti male. E poi, a che gli serve farne il nome? Basta un gesto di noia, un cenno della mano verso valle e…di chi si parla se non di lei?

Può anche darsi che il paese ne abbia paura; ma di che? A quel che pare – e da ciò ch’è agli atti – Viola non ha mai fatto male ad anima viva.

Ogni tanto, orde di bimbi vanno giù a valle, verso casa sua. Lo fanno un po’ per gioco e un po’ per sfida, ma alla sola vista di quel cubo color fumo – un punto scuro in mezzo al verde – se la danno a gambe in preda alla fifa. Per tutti loro, che hanno dieci anni o giù di lì, lei è ‘la nonna del bosco.’

Di chi possa esser nonna non si sa, dato che di figli non ne ha mai avuti.

“Nonna? Ma quale nonna? Se lei è nonna, il mio mulo è padre!” ride la gente al bar, tra un sorso di vino e l’altro.

“Ha-ha, un mulo con dei figli?! Ma dove s’è mai visto!” E giù altro vino, e lazzi d’ogni tipo.

Ora, in fatto di muli la gente di Barù la sa lunga. Così come sa tutto su asini, polli, buoi e suini. Ma su Viola – chi sia lei e da dove venga – c’è un gran vuoto. Si sa solo che abita nel mezzo del bosco da molti anni, forse dalla notte dei tempi. Vive lì senza soldi e senza amici, ma in pace con tutti. Si serve l’acqua dal fiume e si nutre di quel che trova in giro.

Di quel che trova? Di quel che ruba!”, corre voce nel paese. L’idea è che Viola non sia altro che una ladra, una pazza, un’arpia.

“Meno male che sta giù al bosco e qui non mette piede!”

Oggi, quasi tutta Barù sta alla larga da lei. Anche chi non l’ha mai vista ne parla male, o mette in giro voci false. Quel che c’era di vero sul suo conto giace con gli avi del paese: saggi d’un tempo (Padre Raul primo fra tutti) a cui tocca star muti, come tombe.

 

***

 

 Il primo atto di Viola sulla terra ebbe luogo molti anni fa. Così tanti, che ormai s’è perso il conto.

Era una notte di gelo, con una gran massa scura nel cielo. Le nubi erano basse, cupe e dense. Il buio così pesto ch’era come una benda nera agli occhi.

Padre Raul – prete del paese e uomo di buon cuore – era sceso come ogni sera sul greto del fiume, un corso d’acqua che corre nel mezzo di Barù e poi gira sul retro della pieve.

Fatti pochi passi alla cieca, Padre Raul si fermò di colpo. Preso dall’ansia, si sentì come uno stelo al vento, e la pelle d’oca gli salì dalle gambe fino al torso. Ma come alzò gli occhi al cielo, si placò nel cuore, e trovò di nuovo pace. A farsi varco tra le nubi, ora c’era la luna: piena e tonda, bella come non mai. C’era magia in quei raggi, tant’è che Padre Raul – da uomo di fede – vi colse un segno da lassù.

Beato a tale vista, seguì con gli occhi il corso della luce, che prima danzò sulle onde del fiume e poi, lenta, sfilò lungo la riva.

Fu lì che la vide. (continua)

Come inizia

Ritratto di Aldo Cernuto - autore di "Viola e il libro di tutto" e altre opere

Aldo Cernuto - Torino, 1955

Copywriter e poi direttore creativo nei maggiori network internazionali, co-fondatore della Cernuto Pizzigoni & Partners, debutta con un saggio (Il Mal d’idea – Finedit, 1998). Scrive in inglese il suo primo romanzo (The Curse of Knowing – Clink Street Publishing, 2020). In italiano, invece, la sua seconda opera di narrativa (Le due vite di Tu – novembre 2021). Il racconto Viola e il libro di tutto (dicembre 2023) è dunque la sua quarta pubblicazione.

Foto di tre libri a ventaglio, firmati da Aldo Cernuto

L'idea al centro

Prima un saggio su come nascono le idee in pubblicità (Il mal d'idea). Poi l'idea di pubblicare un romanzo direttamente in inglese (The Curse of Knowing), quindi l'idea di un romanzo interamente scritto in seconda persona (Le due vite di Tu). E adesso l'idea di un racconto fatto di sole parole minime (Viola e il libro di tutto). Il risultato di una vita in mezzo alle idee è non poterne mai fare a meno.

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